Esercizio e attività fisica nella terza età

Esercizio e attività fisica nella terza età

Esercizio e attività fisica nella terza età: fa bene, fa male, è inutile?

“Sono troppo vecchio per fare sport…” o “Fare sport alla mia età? Ridicolo!” sono frasi che avrai sentito spesso o che…hai detto tu stesso! Se sei avanti con le stagioni, c’è una buona notizia per te: fare sport coi capelli bianchi fa bene! Non è mai troppo tardi.

Esempi eccellenti

Chi non conosce Marco Olmo, ultra runner ancora in attività in età avanzata e Campione del Mondo a 58 anni vincendo l’Ultra Trail du Mont Blanc? O il record di Carlo Cassani, che ha percorso la via degli Dei, 130 chilometri tra Bologna e Firenze, a 85 anni e per l’ottava volta in quattro anni? O Riccardo Cassin che, ultra novantenne, ancora scalava montagne?

Naturalmente parliamo di atleti o persone ben allenate, ma il succo è che l’età è solo un dato anagrafico e non è mai troppo tardi! Non mi credi? Allora credi alla scienza!

Esercizio e attività fisica nella terza età: lo studio

Si può iniziare anche se si è over 65, con sforzi adeguati. I benefici sono evidenti: si proteggono cuore ed arterie.
 
A dirlo è una ricerca italiana, pubblicata su diversi quotidiani e riviste autorevoli. E noi aggiungiamo che si può iniziare bene con il nordic walking, attività a basso impatto per eccellenza e perfetta anche per chi ha qualche primavera in più.

Cosa devi sapere

Venti minuti al giorno di esercizio, da moderato a vigoroso, possono ancora fare la differenza per un cuore sano. E farlo in natura, camminando nel verde di un parco, condividendo i passi con un gruppo allegro la fa ancora di più!
 
Lo studio rivela, in sintesi, che a maggior attività fisica e ad uno stile di vita attiva corrispondono minori rischi di malattie cardiovascolari. D’ora in poi, se ti dicono  fare esercizio e attività fisica nella terza età è fuori luogo…esci di casa e vieni a camminare con noi!

 

Sport e lavoro: mens sana…

sport e lavoro

Sport e lavoro, un binomio che sembrerebbe stridere. Invece fa riflettere. Infatti secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno scompaiono prematuramente più di tre milioni di persone a causa dell’inattività fisica.

Benessere sui luoghi di lavoro: cosa sappiamo su sport e lavoro.

Le stime dicono che quasi un terzo della popolazione adotta uno stile di vita sedentario. A ciò si aggiungano modalità lavorative ripetitive, in posizioni sbagliate, o, peggio ancora, lunghe ore davanti ad un computer e i danni alla salute diventano inevitabili.

Le statistiche sono dunque allarmanti e le istituzioni, soprattutto in ragione dei bilanci sempre più magri, cercano modelli alternativi a quello assistenzialista o farmacologico. Mentre la promozione dello sport come elemento di wellness aziendale sta diventato un argomento molto attuale presso grandi gruppi imprenditoriali. Sport e lavoro è dunque una formula positiva che sembrerebbe aiutare tanto la condizione fisica dell’individuo quanto la produttività. Dipendenti in cattiva salute, infatti, stanno a casa a curarsi e non producono.

Come conciliare sport e lavoro? Con uno sforzo manageriale e un po’ di (vera) flessibilità:

  • promuovere associazioni di categoria che diffondano la cultura dello sport in ambito professionale
  • creare incentivi allo sport per l’area risorse umane
  • concedere ore e luoghi di sport sul posto di lavoro come benefit
  • puntare sull’elasticità degli orari
  • creare spazi come spogliatoi e docce per favorire la mobilità alternativa

I risultati non si fanno attendere

Con queste strategie, non più pionieristiche nemmeno in Italia, migliorano tutte le tinte del quadro: dipendenti più in forma e in salute, maggior produttività, meno ore di mutua.

E molto di più:

  • migliora il coinvolgimento intorno al brand aziendale
  • aumenta lo spirito di appartenenza
  • si riduce l’assenteismo

Ora tocca a te

Lo sapevi che esistono incentivi fiscali per le aziende che intendano progredire sul tema sport e lavoro? Altroché! Ma la spinta deve venire dal basso: gli uffici del personale possono attivarsi se le richieste in tal senso provengono dai dipendenti. Che aspetti? Promuovi il nordic walking in azienda! 🙂

Camminare fa bene alla salute

Camminare fa bene alla salute

Camminare fa bene alla salute, soprattutto a quella femminile. Un ottimo articolo della biologa nutrizionista Maria Leonardi lo ribadisce. Proviamo dunque a riassumere i benefici della miglior raccomandazione per un fisico in forma e in salute.

Camminare fa bene alla salute perché modifica l’organismo femminile.

Alcune cose le sappiamo bene: camminare ogni giorno beneficia i piedi, le gambe, la circolazione, allevia lo stress, distende la mente e invoglia a pensieri positivi. Però non sappiamo esattamente cosa succede al nostro corpo. In questo caso, in particolare, vediamo cosa succede a quello femminile

Da 1 a 5 minuti di camminata

Sembra nulla camminare cinque minuti? Lo pensavo anche io, ma non è così, per la semplice ragione che:

  • viene stimolato il rilascio di sotanze che attivano l’energia cellulare
  • la frequenza cardiaca aumenta
  • iniziano a scaldarsi i muscoli
  • si lubrificano le articolazioni
  • il movimento inizia a migliorare

Certo è ancora poca cosa, ma quanti cambiamenti racchiusi in quattro passi!

Da 6 a 10 minuti di camminata
  • aumenta il numero di calorie bruciate
  • aumenta la pressione e arriva più ossigeno ai muscoli
Da 11 a 20 minuti di camminata

Si comincia a far sul serio. Con una camminata ancora breve otteniamo:

  • aumento della temperatura e conseguente, purificante, sudorazione
  • se si cammina spediti, aumenta ancora il consumo calorico
  • adrenalina e il glucagone, che apportano energia e benessere, iniziano a circolare nel sangue
Da 21 a 45 minuti di camminata

Finalmente entriamo in zona benessere, salute, dimagirmento! Infatti:

  • le endorfine viaggiano per il cervello, combattendo lo stress
  • si attaccano i depositi di grasso per produrre energia

Sfatiamo un mito che può trarre in inganno: in un’ora di corsa non troppo sostenuta, il nostro corpo brucia circa 15 / 20 grammi di grasso. Ecco perché non si dimagrisce a vista d’occhio camminando, ma con un corretto stile di vita che unisca allo sport buone abitudini, alimentari e comportamentali. Camminare fa bene alla salute: ma non fa miracoli!

Da 45 a 60 minuti di camminata

I muscoli iniziano a stancarsi e si rallenta, ma le calorie bruciate rimangono alte. Inoltre, vantaggio non da poco, continuano a consumarsi fino ad un’ora dopo l’attività fisica. E a questo punto che dobbiamo essere forti: niente bomboloni alla crema!

 

Allenamento aerobico con il nordic walking

allenamento aerobico

Allenamento aerobico e nordic walking, connubio perfetto. Decalogo semiserio per allenarsi e stare bene senza prendersi troppo sul serio.

Allenamento aerobico, definizione

In primo luogo, non daremo una vera definizione di allenamento aerobico. Innanzitutto perché non abbiamo titolo per farlo e poi perché dovremmo usare una caterva di vocaboli che tutto fanno tranne mettere la voglia di uscire per una sessione di allenamento aerobico col nordic walking, e cioè:

  • ginnico-condizionale
  • processo di risintesi dell’ATP
  • scorte di glicogeno
  • ri-trasformazione dell’acido piruvico

Insomma: paroloni a parte, allenamento aerobico significa sostanzialmente che il vostro sforzo è prolungato per più di venti minuti. Sappiate da subito che corrisponde anche all’impegno necessario a consumare una fiorentina: ma questo è allenamento gastronomico!

Il decalogo per l’allenamento aerobico col nordic walking

  1. la regola del pensionato o del canto del gallo: il momento migliore per allenarsi, secondo alcuni studi, è il mattino. Ce la puoi fare se non lavori o se ti alzi all’alba, ecco perché si chiama così.
  2. allenarsi a digiuno per consumare meglio le scorte di grassi: è noto anche come percorso di ascesi al Nirvana e prevede sofferenza e visioni mistiche.
  3. mai allenarsi da soli: potreste scoprire che è meraviglioso ascoltare i vostri brani preferiti senza interferenze dei vostri simili, oppure che tornare a casa dopo una distorsione senza qualcuno che vi sorregge e diverso da una bella passeggiata
  4. preparate gli accessori la sera prima per non dimenticare nulla: è il consiglio senza dubbio più inutile. Non lo segue nessuno. È pieno di camminatori senza occhiali sotto il sole di mezzogiorno o in maglietta nel mezzo della bora. È già molto se non dimenticate i bastoncini a casa: e giuro che non è battuta!
  5. abituatevi all’uso del cardio frequenzimetro: per un anno circa non saprete bene a cosa serva davvero, ma fa figo con gli amici e pesa poco. Poi diventa uno strumento fondamentale.
  6. orologio GPS al polso e relativa app: volete mettere la soddisfazione di condividere con gli amici i vostri risultati? Se vi limitate a dire che vi sentite bene dopo una bella camminata a buon ritmo passate per sfigati.
  7. abbigliamento comodo, un antivento se la stagione lo richiede: e che sia scelto secondo un criterio di outfit impeccabile, o le foto su Instagram ne risentiranno
  8. rendetevi visibili se praticate in ora di luce scarsa: che gusto c’è a stare in forma se mentre passate non vi nota nessuno? Certo, circolate per parchi e strade bianche coi bastoncini ma senza sci, però la gente ci si sta abituando. Obbligatorio un pinocchietto con inserti catarifrangenti e la maglietta “Turin Marathon” prestata dall’amico che l’ha fatta veramente. Effetto garantito.
  9. sorridete sempre: il nordic walking è un allenamento aerobico che coinvolge quasi il 90% dei muscoli, sorridendo arrivate al 100% e fate ottima pubblicità alla disciplina. Mica state faticando, vi state godendo la vita all’aria aperta e il vostro benessere, via a 32 denti!
  10. scegliete un istruttore Bien Marcher per apprendere la tecnica: il vostro allenamento aerobico forse non diventerà perfetto, ma il vostro umore migliorerà senz’altro. Siamo troppo simpatici. E modesti.
Photo by Henry Geddes from Burst

Obiettivo maratona di camminata

maratona di camminata

Maratona di camminata. Un’obiettivo ambizioso? Forse, ma alla portata di tutti. In primo luogo, bisogna seguire i consigli giusti. E quind impegnarsi con costanza. Magari affiancati da veri professionisti del mondo dello sport.

Una maratona di camminata, come la Francigena Valdisusa Marathon, è un impegno notevole per ogni camminatore. Infatti risulta fondamentale prepararsi al meglio per affrontarlo con soddisfazione e senza improvvisazione.

Maratona di camminata: la nostra proposta

Abbiamo chiesto ad un gruppo di professionisti e ricercatori del mondo dello sport di collaborare ad un progetto di alto profilo, per accompagnare quanti vogliano preparare al meglio uno o più impegni del livello di una maratona di camminata.

In cosa consiste la preparazione alla maratona di camminata con Bien Marcher. Ecco i concetti chiave:

  • test in laboratorio per determinare i parametri individuali di riferimento per l’allenamento migliore
  • redazione della tabella settimanale degli allenamenti
  • affiancamento periodico nelle uscite di camminata
  • indicazioni sul perfezionamento del gesto tecnico per ottimizzare al massimo la resa del tuo impegno
  • allenamento della forza e della forza resistente
  • indicazioni alimentari e tecniche dettagliate

Maratona di camminata: facciamola insieme

Chi sono i professionisti che ti seguiranno in questo percorso? Te li presentiamo:

  • Prof. Davide Cravero: laureato SUISM, allenatore professionista di calcio, istruttore di Fitwalking e Nordic Walking, tecnico FIDAL
  • Luca Beratto e Federico Abate Daga: laureati SUISM e ricercatori in ambito sportivo professionistico
  • Flavio “Luca” Bellan e Alessandro Lietz, istruttori di Nordic Walking certificati Scuola Italiana di Nordic Walking

Per concludere, ciò che davvero risalta in questa proposta è che avrai l’occasione di trovarti immerso in un percorso di preparazione veramente completo e ricco di stimoli. Sarai parte di un gruppo di persone motivate come te, tutte con la voglia di portare a casa un piccolo grande obiettivo: completare con successo una maratona di camminata. Un grande traguardo da raggiungere con la giusta preparazione.

Camminare fa bene al cervello

camminare fa bene al cervello

Camminare fa bene al cervello. E non solo nel senso di farci sentire mentalmente ben disposti, più rilassati e creativi. Camminare favorisce la crescita dei neuroni.

Camminare fa bene al cervello. L’avresti detto?

Se proviamo ad effettuare una ricerca su Google, al momento in cui digitiamo “cammminare”, tra i primi suggerimenti viene proposto “camminare fa bene”. E questo è risaputo. Seguendo questo percorso e digitando appunto “camminare fa bene”, scopriamo, dai successivi suggerimenti, che dalle chiavi di ricerca più gettonate ci viene confermato che camminare fa bene:

  • ai glutei
  • alla schiena
  • per l’ernia del disco
  • alla cervicale
  • all’artrosi
  • alla prostata

Posso testimoniare in prima persona per l’ernia del disco: grazie al nordic walking, suggeritomi dal mio ortopedico, ho recuperato in pieno un’inizio di protrusione che interessava L1 ed L2. In alre parole, un’ernia incipiente, la più classica delle lombalgie, risolta senza altra terapia che non fosse lo sport adatto al mio caso.

L’abbiamo già sottolineato altrove: praticare il nordic walking, e camminare in generale, porta benefici muscolari e articolari, quindi a glutei, cervicale, artrosi. Ma ora uno studio ci svela qualcosa d’inedito. Camminare fa bene al cervello. Nel vero senso della parola.

Lo studio che mette in relazione il movimento col benessere del cervello

Un gruppo di ricercatori italiani ha condotto una ricerca sui legami tra l’esercizio fisico e la neurogenesi, cioè la creazione di nuovi neuroni nel cervello. Si è scoperto, osservando gruppi di animali durante periodi di ridotto uso degli arti, che la nascita di nuovi neuroni risultava diminuita. Quindi camminare fa bene al cervello in senso non solo figurato, sotto il profilo dell’umore e dell’alleggerimento dello stress.

Ed è sorto un quesito. Se alcune malattie come la sclerosi multipla hanno, tra gli altri, l’effetto di una ridotta deambulazione, può essere che l’assenza di moto peggiori il danno neurologico e il suo aumento lo migliori? Ancora è presto per dare una risposta certa, ma le premesse sono davvero stimolanti.

Dunque camminare fa bene al cervello?

Sì, possiamo dirlo senza tema di semntita. Muovere le gambe porta alla crescita di nuove cellule nel cervello. In altre parole, ci mantiene giovani, lucidi e creativi. E ci fa sentire bene. Ma questo lo sapevamo. E lo sanno da tempo anche le nostre gambe che ci portano lontano.

Spondilite anchilosante e nordic walking

spondilite anchilosante

Spondilite anchilosante e nordic walking. Un convegno fa il punto su un fastidioso disturbo.

Lo scorso 12 novembre, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, si è parlato di spondilite anchilosante (la fotografia riporta l’articolo originale di Federico Callegaro). Un disturbo che colpisce una percentuale di italiani piuttosto considerevole, pari all’uno per cento. Come si presenta? Un fastidioso mal di schiena, che si presenta inizialmente come dolore e rigidità diffusa. Impedisce la ripresa del normale movimento, specie dopo un periodo di prolungata immobilità. Insorge mediamente in giovane età, dai venticinque anni in poi. A volte, passano anni prima della corretta diagnosi.

Spondilite anchilosante: i dettagli

È una malattia infiammatoria dolorosa, che si presenta come una comune lombalgia, debilitante e capace, nel tempo, di limitare il movimento e intaccare la qualità della vita. Nella maggior parte dei casi, può degenerare fino alla fusione vertebrale: in pratica, le ossa della colonna vertebrale tendono a saldarsi, con grave danno della mobilità generale della persona e pesante danno essitenziale.

Spondilite anchilosante e sport: un sostegno importante

Come reagire dunque ad una simile infausta convivenza? Il primo accorgimento è proprio il movimento, tramite l’attività fisica a basso impatto: yoga, tai chi, pilates e nordic walking. Per i pazienti affetti da spondilite anchilosante, la pratica di queste discipline si rivela di grande aiuto. Dunque, ancora una volta, lo sport, praticato in base alle corrette esigenze dell’individuo E, possiamo esserne orgogliosi, ancora una volta il nordic walking è in grande evidenza in questo tipo di supporto. Aumentare il benessere della persona, nel modo che ciascuno ritiene corretto o nel modo indicato dalla scienza medica. In questo caso, camminando verso un traguardo di importanza fondamentale, la salute dell’individuo. Tutti valori che permeano il nostro impegno quotidiano.

Per concludere: la spondilite anchilosante non va sottovalutata, ma non deve spaventare. I mezzi per contrastarla migliorando la qualità di vita sono alla portata di tutti. Non smetteremo di ripeterlo: fate movimento, quello più adatto a voi, purché lo scopo sia stare meglio!

 

Camminare fa bene

Parco naturale di Stupinigi

Camminare fa bene. Ormai è un affermazione consolidata. Farlo in tecnica nordic walking fa anche meglio. Vediamo perché in un articolo della dottoressa Duméry, da “Le particulier Santé” n.11, del dicembre 2017.

Camminare fa bene: cominciamo dalle definizioni

In primo luogo, l’articolo introduce una distinzione fondamentale tra modi di cammminare. La marcia nordica non consite nell’andare a spasso con un bastone per ogni mano, bensì in una camminata veloce e dinamica, usando i bastoni come propulsori per proiettare il corpo in avanti. Per fare cosa? Per andare più lontano e più veloci. Per di più, caricando di meno tutto il nostro corpo! Non si poteva dare definizione migliore. Non ci appoggiamo per non scivolare o aiutarci nelle asperità: conferiamo spinta alleggerendo le gambe.

Nordic walking, dunque. A chi è adatto?

Il nostro pubblico è costituito per lo più di donne dai quarant’anni in su, ma anche uomini più giovani trovano nell’agonismo del nordic la loro dimensione.

Così Herny Kam, ex triatleta e anima di EuroNordicWalk e Nordic Walkin’Lyon. E Hugo Mamba aggiunge:

È uno sport completo, praticabile a diversi livelli, che vanno dalla salute alle competizioni. Maratoneti che abbandonano la corsa, ritrovano nuova vita in questa disciplina.

E, come sanno bene gli istruttori, è una attività fisica molto apprezzata dagli over sessanta.

Camminare fa bene: apprendere la tecnica del nordic.

Di nuovo, la dottoressa Duméry è molto chiara e precisa. Nordic walking significa camminare con la naturale sequenza della marcia, col passo alternato mano sinistra gamba destra e viceversa. Ma bisogna farlo calandosi nel ritmo di spinta e trazione dato dalla giusta coordinazione motoria. In realtà, non si tratta d’altro che riscoprire un talento che gli essere umani sembrano aver trascurato: sapersi muovere per andare lontano. Dunque camminare fa bene se impariamo nuovamente a camminare bene: come? Con il supporto di un istruttore preparato a trasmettere le nozioni di questa tecnica.

Nordic walking, i primi passi.

Camminare in piano e su percorsi non accidentati, meglio se in gruppo, situazione che crea condivisione e maggior divertimento nel confrontare progressi e storie personali. Aggregarsi a gruppi adatti al proprio livello: principianti, praticanti, atleti. Si cammina a velocità comprese tra i 3 chilometri l’ora, per benessere, e i 6 chilometri orari, per chi vuole un effetto allenante. Quattro o cinque uscite sono in genere sufficienti a far propria la tecnica di base. Seguitare a far parte di un gruppo di camminatori è uno degli elementi che crea affezione a questo tipo di esercizio fisico. Basta poco: abbigliamento sportivo, scarpe dalla tomaia morbida, i bastoni: una o due ore di marcia è la sessione tipica di pratica. Trenta i minuti minimi per iniziare a trarne beneficio, come in ogni attività aerobica.

Camminare fa bene. Perché?

Siete ormai marciatori, prendete dal baule i vostri fidi bastoni e, dopo un breve riscaldamento per attivare muscoli e articolazioni, vi mettete a camminare. Il vostro organismo inizia a bruciare gli zuccheri nel sangue (glucidi), poi, dopo trenta, quaranta minuti attacca ad usare i grassi (lipidi). Inoltre, il cuore aumenta in modo sostenibile il suo lavoro, i tessuti si ossigenano, i muscoli lavorano senza sovraccarichi. Ecco perché camminare fa bene: buon livello glicemico, controllo del peso, esercizio cardio tonico, miglioramento del tono muscolare. E vita sociale all’aria aperta! Riduciamo il rischio cardio vascolare, preveniamo malattie, ci divertiamo: che vogliamo di più? Vogliamo migliorare la postura, con i conseguenti vantaggi:

Un aspetto meno noto ma rapidamente raggiunto, poiché il nordic walking si pratica con schiena ben dritta. Molti mal di schiena vanno attenuandosi o scompaiono

La parola al cardiologo

Se non siete ancora convinti, andate a leggere in dettaglio le parole del dottor Jean Boutarin, della Federazione Francese di Cardiologia a Lione. Cammminare fa bene perché la marcia nordica:

  • è un mezzo di prevenzione primaria (evitare malattie) e secondaria (evitare disturbi cardiaci)
  • permette di reimparare a camminare bene, migliorando velocità ed equilibrio
  • è uno sport ad alto valore cardio circolatorio e respiratorio
  • mobilizza spalle e colonna vertebrale
  • le controindicazioni sono praticamente assenti

Per concludere, possiamo aggiungere la nostra personale testimonianza. Almeno la metà degli iscritti ai nostri corsi arriva su consiglio del medico. La comunità scientifica è sempre più attenta al nostro sport, soprattutto per le fasce d’età meno giovani. Quelle, per intenderci, che hanno necessità di praticare attività fisica con tempi e tecnica adeguati al livello di preparazione o in presenza di aumentati fattori di rischio o piccoli acciacchi. Insomma, camminare fa bene, praticare il nordic walking fa meglio, a tutte le età!

Nordic walking e tumore, i benefici contro il cancro

Nordic walking e tumore

Nordic walking e tumore: scopriamo nuovi vantaggi della marcia nordica.

Dei benefici della nostra amata disciplina sappiamo già tutto. Sbagliato. Vi spieghiamo perché c’è ancora una grande ricchezza offerta dalla camminata con i nostri amati bastoncini. Prima di tutto, la fonte: un articolo di Repubblica, che trovate nel canale dedicato all’oncologia. Tina Simoniello dà voce al nostro collega Antonio Mander, chirurgo e istruttore di riabilitazione oncologica presso la SINW. E passiamo a illustrare i contenuti dell’intervista.

Nordic walking e tumore: quando fa bene, perché fa bene

L’esordio è sul carcinoma della mammella, si parla quindi di donne e tumore. Infatti il nordic walking è utile in questo tipo di paziente per recuperare la mobilità di braccio e spalla. Ed anche a prevenire gli scompensi dovuti ad una sorta di naturale tendenza ad assumere una postura errata. Nordic walking e tumore femminile: una scelta responsabile.

Nordic walking e tumore: passi che fanno bene

Camminare con la tecnica corretta aiuta il trattamento dei linfedemi, presenti come conseguenza di altre patologie tumorali come tumori della prostata, dell’utero e delle ovaie, del colon e della vescica. Poiché ci si attiva camminando, migliora la circolazione e si recupera un passo corretto.

Nordic walking e tumore: fare prevenzione

Un numero sempre più alto di studi scientifici dimostrano che combattere l’obesità protegge da alcune forme di cancro (per esempio  ma non soltanto a carico del colon) ma mantenere un giusto peso contribuisce anche ad abbattere il rischio di recidive, se il cancro lo si è già avuto. Evitare il peso in eccesso, combattere l’obesità, abbassare i valori ematici negativi: non è un segreto che siamo obiettivi alla portata di chi pratica nordic. Ci si allena, anche a stare in salute, e con impegno a portata di chiunque: è infatti una pratica non traumatica, a basso impatto.

Ovviamente, è doveroso precisare che ogni caso valutato nella sua singolarità e che il percorso riabilitativo, prima individuale e poi di gruppo, va affrontato con un istruttore specializzato. il dottor Mander lo spiega in modo dettagliato.

La conclusione non può che essere una: il nordic walking non smette di stupirci, seguitando a regalare benessere e benefici ai suoi estimatori.

Corretta alimentazione e nordic walking: uno stile di vita.

Corretta alimentazione e nordic walking

Corretta alimentazione e nordic walking: abbiamo parafrasato così il titolo di un’articolo molto interessante comparso su Business Insider. Per sommi capi, diciamo che si tratta di una rassegna di studi scientifici, utile a creare la base di una sana abitudine quotidiana al benessere. Ovviamente, abbiamo sempre sostituito il termine “esercizio fisico” con nordic walking, per la passione che suscita in noi questa disciplina sportiva. In tutta onestà, qualche suggerimento spiazzerà alcuni di voi, ma tant’è.

Corretta alimentazione e nordic walking: andiamo per punti.

Niente docce troppo frequenti: la salute del corpo inizia da una pelle sana. Lavarsi troppo spesso crea secchezza dell’epidermide e rovina i capelli. L’avreste detto? Una dermatologa del Boston Medical Center ce lo garantisce. Ovviamente, non dice di andare al lavoro dopo due ore di nordic walking senza passare da una bella insaponata!

Non bere il caffè appena svegli. Il livello di cortisolo nel sangue, l’ormone che al risveglio rimette in moto il nostro metabolismo agendo da caffè naturale, potrebbe risentirne. In tal modo avremmo l’effetto contrario e sentirci meno energici di quanto vorremmo. Meglio restare a stomaco vuoto per un’oretta o giù di lì, parola di scienziato.

Fare attività fisica al mattino e digiuni è la scelta ottimale. Come risultato di questo suggerimento, avremo maggior efficienza, più energia e un fisico più snello. Infatti, è il modo migliore di costringere il nostro organismo a consumare i grassi anziché i nutrienti dei pasti della giornata. E provocheremo un effetto positivo ulteriore, avviando un maggior consumo calorico anche nelle ore successive all’attività fisica. Detto in due parole: la corretta alimentazione è il digiuno mattutino e il nordic walking è meglio praticarlo in ore antelucane! Vero, ma difficile per molti di noi.

Corretta alimentazione e nordic walking: consigli di vita sana.

Usa bene il cuore. Se è vero che ogni tipo di attività fisica fa bene alla nostra vita, tanto più vero è che quella che fa meglio è l’attività aerobica. Ovvero che fa pompare il cuore al giusto livello. E il nordic walking, come sappiamo, è l’esercizio perfetto!

L’esercizio aerobico è la chiave per la tua mente, così come lo è per il tuo cuore.

Parola di cardiologi della della Harvard Medical School.

Ma quanto deve durare questo esercizio aerobico per essere salutare? Almeno 45 minuti a sessione. Che aspettate? Basta leggere, usciamo a sbacchettare!

Corretta alimentazione e nordic walking: il buongiorno si vede dal mattino!

La corretta alimentazione inizia da una colazione sana. E questo non era un segreto per molti di noi. Ma com’è una colazione sana? Un giusto mix di proteine, fibre e grassi sani. Che significa: sì a uova, avocado e yogurt greco con noci, no a zuccheri raffinati come biscotti troppo dolci, marmellata in eccesso, pane bianco. L’articolo consiglia inoltre, per chi non ha tratto giovamento da altri regimi alimentari, quello del digiuno intermittente. Un po’ faticoso forse, ma assai efficace.

Gli integratori multi vitaminici non servono a nulla. Peraltro, non è proprio una novità: molti medici e dietologi nostrani lo dicono da tempo.

Ultimo ma non meno importante, oltre a noti consigli per corrette abitudini di vita come la postura sulla sedia nelle ore di lavoro, le giuste pause dallo schermo di PC e smartphone o indicazioni alimentari specifiche per il pranzo e gli spuntini (fondamentale quella di evitare di eccedere con gli alcolici!), si ribadisce un principio sacrosanto da porre alla base del nostro benessere.

Idratarsi correttamente è fondamentale! Che non significa bere otto bicchieri d’acqua al giorno, come molti erroneamente pensano ancor oggi! Al contrario, significa assumere alimenti sani e ricchi di liquidi come frutta e verdura. Reintegriamo i liquidi persi con l’attività sportiva bevendo un po’ di più, questo sì. Ma senza eccedere, nella migliore delle ipotesi non serve a nulla.

Corretta alimentazione e nordic walking: le conclusioni.

Pratichiamo la nostra amata disciplina, se possibile ogni giorno. Mangiamo bene, che non significa rinunciare ma gestire alimenti sani con gusto e fantasia. E ridiamo in compagnia: mangiare e praticare sport socializzando allungano la vita!