Camminare fa bene alla salute

Camminare fa bene alla salute

Camminare fa bene alla salute, soprattutto a quella femminile. Un ottimo articolo della biologa nutrizionista Maria Leonardi lo ribadisce. Proviamo dunque a riassumere i benefici della miglior raccomandazione per un fisico in forma e in salute.

Camminare fa bene alla salute perché modifica l’organismo femminile.

Alcune cose le sappiamo bene: camminare ogni giorno beneficia i piedi, le gambe, la circolazione, allevia lo stress, distende la mente e invoglia a pensieri positivi. Però non sappiamo esattamente cosa succede al nostro corpo. In questo caso, in particolare, vediamo cosa succede a quello femminile

Da 1 a 5 minuti di camminata

Sembra nulla camminare cinque minuti? Lo pensavo anche io, ma non è così, per la semplice ragione che:

  • viene stimolato il rilascio di sotanze che attivano l’energia cellulare
  • la frequenza cardiaca aumenta
  • iniziano a scaldarsi i muscoli
  • si lubrificano le articolazioni
  • il movimento inizia a migliorare

Certo è ancora poca cosa, ma quanti cambiamenti racchiusi in quattro passi!

Da 6 a 10 minuti di camminata
  • aumenta il numero di calorie bruciate
  • aumenta la pressione e arriva più ossigeno ai muscoli
Da 11 a 20 minuti di camminata

Si comincia a far sul serio. Con una camminata ancora breve otteniamo:

  • aumento della temperatura e conseguente, purificante, sudorazione
  • se si cammina spediti, aumenta ancora il consumo calorico
  • adrenalina e il glucagone, che apportano energia e benessere, iniziano a circolare nel sangue
Da 21 a 45 minuti di camminata

Finalmente entriamo in zona benessere, salute, dimagirmento! Infatti:

  • le endorfine viaggiano per il cervello, combattendo lo stress
  • si attaccano i depositi di grasso per produrre energia

Sfatiamo un mito che può trarre in inganno: in un’ora di corsa non troppo sostenuta, il nostro corpo brucia circa 15 / 20 grammi di grasso. Ecco perché non si dimagrisce a vista d’occhio camminando, ma con un corretto stile di vita che unisca allo sport buone abitudini, alimentari e comportamentali. Camminare fa bene alla salute: ma non fa miracoli!

Da 45 a 60 minuti di camminata

I muscoli iniziano a stancarsi e si rallenta, ma le calorie bruciate rimangono alte. Inoltre, vantaggio non da poco, continuano a consumarsi fino ad un’ora dopo l’attività fisica. E a questo punto che dobbiamo essere forti: niente bomboloni alla crema!

 

Camminare fa bene al cervello

camminare fa bene al cervello

Camminare fa bene al cervello. E non solo nel senso di farci sentire mentalmente ben disposti, più rilassati e creativi. Camminare favorisce la crescita dei neuroni.

Camminare fa bene al cervello. L’avresti detto?

Se proviamo ad effettuare una ricerca su Google, al momento in cui digitiamo “cammminare”, tra i primi suggerimenti viene proposto “camminare fa bene”. E questo è risaputo. Seguendo questo percorso e digitando appunto “camminare fa bene”, scopriamo, dai successivi suggerimenti, che dalle chiavi di ricerca più gettonate ci viene confermato che camminare fa bene:

  • ai glutei
  • alla schiena
  • per l’ernia del disco
  • alla cervicale
  • all’artrosi
  • alla prostata

Posso testimoniare in prima persona per l’ernia del disco: grazie al nordic walking, suggeritomi dal mio ortopedico, ho recuperato in pieno un’inizio di protrusione che interessava L1 ed L2. In alre parole, un’ernia incipiente, la più classica delle lombalgie, risolta senza altra terapia che non fosse lo sport adatto al mio caso.

L’abbiamo già sottolineato altrove: praticare il nordic walking, e camminare in generale, porta benefici muscolari e articolari, quindi a glutei, cervicale, artrosi. Ma ora uno studio ci svela qualcosa d’inedito. Camminare fa bene al cervello. Nel vero senso della parola.

Lo studio che mette in relazione il movimento col benessere del cervello

Un gruppo di ricercatori italiani ha condotto una ricerca sui legami tra l’esercizio fisico e la neurogenesi, cioè la creazione di nuovi neuroni nel cervello. Si è scoperto, osservando gruppi di animali durante periodi di ridotto uso degli arti, che la nascita di nuovi neuroni risultava diminuita. Quindi camminare fa bene al cervello in senso non solo figurato, sotto il profilo dell’umore e dell’alleggerimento dello stress.

Ed è sorto un quesito. Se alcune malattie come la sclerosi multipla hanno, tra gli altri, l’effetto di una ridotta deambulazione, può essere che l’assenza di moto peggiori il danno neurologico e il suo aumento lo migliori? Ancora è presto per dare una risposta certa, ma le premesse sono davvero stimolanti.

Dunque camminare fa bene al cervello?

Sì, possiamo dirlo senza tema di semntita. Muovere le gambe porta alla crescita di nuove cellule nel cervello. In altre parole, ci mantiene giovani, lucidi e creativi. E ci fa sentire bene. Ma questo lo sapevamo. E lo sanno da tempo anche le nostre gambe che ci portano lontano.

Spondilite anchilosante e nordic walking

spondilite anchilosante

Spondilite anchilosante e nordic walking. Un convegno fa il punto su un fastidioso disturbo.

Lo scorso 12 novembre, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, si è parlato di spondilite anchilosante (la fotografia riporta l’articolo originale di Federico Callegaro). Un disturbo che colpisce una percentuale di italiani piuttosto considerevole, pari all’uno per cento. Come si presenta? Un fastidioso mal di schiena, che si presenta inizialmente come dolore e rigidità diffusa. Impedisce la ripresa del normale movimento, specie dopo un periodo di prolungata immobilità. Insorge mediamente in giovane età, dai venticinque anni in poi. A volte, passano anni prima della corretta diagnosi.

Spondilite anchilosante: i dettagli

È una malattia infiammatoria dolorosa, che si presenta come una comune lombalgia, debilitante e capace, nel tempo, di limitare il movimento e intaccare la qualità della vita. Nella maggior parte dei casi, può degenerare fino alla fusione vertebrale: in pratica, le ossa della colonna vertebrale tendono a saldarsi, con grave danno della mobilità generale della persona e pesante danno essitenziale.

Spondilite anchilosante e sport: un sostegno importante

Come reagire dunque ad una simile infausta convivenza? Il primo accorgimento è proprio il movimento, tramite l’attività fisica a basso impatto: yoga, tai chi, pilates e nordic walking. Per i pazienti affetti da spondilite anchilosante, la pratica di queste discipline si rivela di grande aiuto. Dunque, ancora una volta, lo sport, praticato in base alle corrette esigenze dell’individuo E, possiamo esserne orgogliosi, ancora una volta il nordic walking è in grande evidenza in questo tipo di supporto. Aumentare il benessere della persona, nel modo che ciascuno ritiene corretto o nel modo indicato dalla scienza medica. In questo caso, camminando verso un traguardo di importanza fondamentale, la salute dell’individuo. Tutti valori che permeano il nostro impegno quotidiano.

Per concludere: la spondilite anchilosante non va sottovalutata, ma non deve spaventare. I mezzi per contrastarla migliorando la qualità di vita sono alla portata di tutti. Non smetteremo di ripeterlo: fate movimento, quello più adatto a voi, purché lo scopo sia stare meglio!

 

Camminare fa bene

Parco naturale di Stupinigi

Camminare fa bene. Ormai è un affermazione consolidata. Farlo in tecnica nordic walking fa anche meglio. Vediamo perché in un articolo della dottoressa Duméry, da “Le particulier Santé” n.11, del dicembre 2017.

Camminare fa bene: cominciamo dalle definizioni

In primo luogo, l’articolo introduce una distinzione fondamentale tra modi di cammminare. La marcia nordica non consite nell’andare a spasso con un bastone per ogni mano, bensì in una camminata veloce e dinamica, usando i bastoni come propulsori per proiettare il corpo in avanti. Per fare cosa? Per andare più lontano e più veloci. Per di più, caricando di meno tutto il nostro corpo! Non si poteva dare definizione migliore. Non ci appoggiamo per non scivolare o aiutarci nelle asperità: conferiamo spinta alleggerendo le gambe.

Nordic walking, dunque. A chi è adatto?

Il nostro pubblico è costituito per lo più di donne dai quarant’anni in su, ma anche uomini più giovani trovano nell’agonismo del nordic la loro dimensione.

Così Herny Kam, ex triatleta e anima di EuroNordicWalk e Nordic Walkin’Lyon. E Hugo Mamba aggiunge:

È uno sport completo, praticabile a diversi livelli, che vanno dalla salute alle competizioni. Maratoneti che abbandonano la corsa, ritrovano nuova vita in questa disciplina.

E, come sanno bene gli istruttori, è una attività fisica molto apprezzata dagli over sessanta.

Camminare fa bene: apprendere la tecnica del nordic.

Di nuovo, la dottoressa Duméry è molto chiara e precisa. Nordic walking significa camminare con la naturale sequenza della marcia, col passo alternato mano sinistra gamba destra e viceversa. Ma bisogna farlo calandosi nel ritmo di spinta e trazione dato dalla giusta coordinazione motoria. In realtà, non si tratta d’altro che riscoprire un talento che gli essere umani sembrano aver trascurato: sapersi muovere per andare lontano. Dunque camminare fa bene se impariamo nuovamente a camminare bene: come? Con il supporto di un istruttore preparato a trasmettere le nozioni di questa tecnica.

Nordic walking, i primi passi.

Camminare in piano e su percorsi non accidentati, meglio se in gruppo, situazione che crea condivisione e maggior divertimento nel confrontare progressi e storie personali. Aggregarsi a gruppi adatti al proprio livello: principianti, praticanti, atleti. Si cammina a velocità comprese tra i 3 chilometri l’ora, per benessere, e i 6 chilometri orari, per chi vuole un effetto allenante. Quattro o cinque uscite sono in genere sufficienti a far propria la tecnica di base. Seguitare a far parte di un gruppo di camminatori è uno degli elementi che crea affezione a questo tipo di esercizio fisico. Basta poco: abbigliamento sportivo, scarpe dalla tomaia morbida, i bastoni: una o due ore di marcia è la sessione tipica di pratica. Trenta i minuti minimi per iniziare a trarne beneficio, come in ogni attività aerobica.

Camminare fa bene. Perché?

Siete ormai marciatori, prendete dal baule i vostri fidi bastoni e, dopo un breve riscaldamento per attivare muscoli e articolazioni, vi mettete a camminare. Il vostro organismo inizia a bruciare gli zuccheri nel sangue (glucidi), poi, dopo trenta, quaranta minuti attacca ad usare i grassi (lipidi). Inoltre, il cuore aumenta in modo sostenibile il suo lavoro, i tessuti si ossigenano, i muscoli lavorano senza sovraccarichi. Ecco perché camminare fa bene: buon livello glicemico, controllo del peso, esercizio cardio tonico, miglioramento del tono muscolare. E vita sociale all’aria aperta! Riduciamo il rischio cardio vascolare, preveniamo malattie, ci divertiamo: che vogliamo di più? Vogliamo migliorare la postura, con i conseguenti vantaggi:

Un aspetto meno noto ma rapidamente raggiunto, poiché il nordic walking si pratica con schiena ben dritta. Molti mal di schiena vanno attenuandosi o scompaiono

La parola al cardiologo

Se non siete ancora convinti, andate a leggere in dettaglio le parole del dottor Jean Boutarin, della Federazione Francese di Cardiologia a Lione. Cammminare fa bene perché la marcia nordica:

  • è un mezzo di prevenzione primaria (evitare malattie) e secondaria (evitare disturbi cardiaci)
  • permette di reimparare a camminare bene, migliorando velocità ed equilibrio
  • è uno sport ad alto valore cardio circolatorio e respiratorio
  • mobilizza spalle e colonna vertebrale
  • le controindicazioni sono praticamente assenti

Per concludere, possiamo aggiungere la nostra personale testimonianza. Almeno la metà degli iscritti ai nostri corsi arriva su consiglio del medico. La comunità scientifica è sempre più attenta al nostro sport, soprattutto per le fasce d’età meno giovani. Quelle, per intenderci, che hanno necessità di praticare attività fisica con tempi e tecnica adeguati al livello di preparazione o in presenza di aumentati fattori di rischio o piccoli acciacchi. Insomma, camminare fa bene, praticare il nordic walking fa meglio, a tutte le età!

Nordic walking e tumore, i benefici contro il cancro

Nordic walking e tumore

Nordic walking e tumore: scopriamo nuovi vantaggi della marcia nordica.

Dei benefici della nostra amata disciplina sappiamo già tutto. Sbagliato. Vi spieghiamo perché c’è ancora una grande ricchezza offerta dalla camminata con i nostri amati bastoncini. Prima di tutto, la fonte: un articolo di Repubblica, che trovate nel canale dedicato all’oncologia. Tina Simoniello dà voce al nostro collega Antonio Mander, chirurgo e istruttore di riabilitazione oncologica presso la SINW. E passiamo a illustrare i contenuti dell’intervista.

Nordic walking e tumore: quando fa bene, perché fa bene

L’esordio è sul carcinoma della mammella, si parla quindi di donne e tumore. Infatti il nordic walking è utile in questo tipo di paziente per recuperare la mobilità di braccio e spalla. Ed anche a prevenire gli scompensi dovuti ad una sorta di naturale tendenza ad assumere una postura errata. Nordic walking e tumore femminile: una scelta responsabile.

Nordic walking e tumore: passi che fanno bene

Camminare con la tecnica corretta aiuta il trattamento dei linfedemi, presenti come conseguenza di altre patologie tumorali come tumori della prostata, dell’utero e delle ovaie, del colon e della vescica. Poiché ci si attiva camminando, migliora la circolazione e si recupera un passo corretto.

Nordic walking e tumore: fare prevenzione

Un numero sempre più alto di studi scientifici dimostrano che combattere l’obesità protegge da alcune forme di cancro (per esempio  ma non soltanto a carico del colon) ma mantenere un giusto peso contribuisce anche ad abbattere il rischio di recidive, se il cancro lo si è già avuto. Evitare il peso in eccesso, combattere l’obesità, abbassare i valori ematici negativi: non è un segreto che siamo obiettivi alla portata di chi pratica nordic. Ci si allena, anche a stare in salute, e con impegno a portata di chiunque: è infatti una pratica non traumatica, a basso impatto.

Ovviamente, è doveroso precisare che ogni caso valutato nella sua singolarità e che il percorso riabilitativo, prima individuale e poi di gruppo, va affrontato con un istruttore specializzato. il dottor Mander lo spiega in modo dettagliato.

La conclusione non può che essere una: il nordic walking non smette di stupirci, seguitando a regalare benessere e benefici ai suoi estimatori.

Corretta alimentazione e nordic walking: uno stile di vita.

Corretta alimentazione e nordic walking

Corretta alimentazione e nordic walking: abbiamo parafrasato così il titolo di un’articolo molto interessante comparso su Business Insider. Per sommi capi, diciamo che si tratta di una rassegna di studi scientifici, utile a creare la base di una sana abitudine quotidiana al benessere. Ovviamente, abbiamo sempre sostituito il termine “esercizio fisico” con nordic walking, per la passione che suscita in noi questa disciplina sportiva. In tutta onestà, qualche suggerimento spiazzerà alcuni di voi, ma tant’è.

Corretta alimentazione e nordic walking: andiamo per punti.

Niente docce troppo frequenti: la salute del corpo inizia da una pelle sana. Lavarsi troppo spesso crea secchezza dell’epidermide e rovina i capelli. L’avreste detto? Una dermatologa del Boston Medical Center ce lo garantisce. Ovviamente, non dice di andare al lavoro dopo due ore di nordic walking senza passare da una bella insaponata!

Non bere il caffè appena svegli. Il livello di cortisolo nel sangue, l’ormone che al risveglio rimette in moto il nostro metabolismo agendo da caffè naturale, potrebbe risentirne. In tal modo avremmo l’effetto contrario e sentirci meno energici di quanto vorremmo. Meglio restare a stomaco vuoto per un’oretta o giù di lì, parola di scienziato.

Fare attività fisica al mattino e digiuni è la scelta ottimale. Come risultato di questo suggerimento, avremo maggior efficienza, più energia e un fisico più snello. Infatti, è il modo migliore di costringere il nostro organismo a consumare i grassi anziché i nutrienti dei pasti della giornata. E provocheremo un effetto positivo ulteriore, avviando un maggior consumo calorico anche nelle ore successive all’attività fisica. Detto in due parole: la corretta alimentazione è il digiuno mattutino e il nordic walking è meglio praticarlo in ore antelucane! Vero, ma difficile per molti di noi.

Corretta alimentazione e nordic walking: consigli di vita sana.

Usa bene il cuore. Se è vero che ogni tipo di attività fisica fa bene alla nostra vita, tanto più vero è che quella che fa meglio è l’attività aerobica. Ovvero che fa pompare il cuore al giusto livello. E il nordic walking, come sappiamo, è l’esercizio perfetto!

L’esercizio aerobico è la chiave per la tua mente, così come lo è per il tuo cuore.

Parola di cardiologi della della Harvard Medical School.

Ma quanto deve durare questo esercizio aerobico per essere salutare? Almeno 45 minuti a sessione. Che aspettate? Basta leggere, usciamo a sbacchettare!

Corretta alimentazione e nordic walking: il buongiorno si vede dal mattino!

La corretta alimentazione inizia da una colazione sana. E questo non era un segreto per molti di noi. Ma com’è una colazione sana? Un giusto mix di proteine, fibre e grassi sani. Che significa: sì a uova, avocado e yogurt greco con noci, no a zuccheri raffinati come biscotti troppo dolci, marmellata in eccesso, pane bianco. L’articolo consiglia inoltre, per chi non ha tratto giovamento da altri regimi alimentari, quello del digiuno intermittente. Un po’ faticoso forse, ma assai efficace.

Gli integratori multi vitaminici non servono a nulla. Peraltro, non è proprio una novità: molti medici e dietologi nostrani lo dicono da tempo.

Ultimo ma non meno importante, oltre a noti consigli per corrette abitudini di vita come la postura sulla sedia nelle ore di lavoro, le giuste pause dallo schermo di PC e smartphone o indicazioni alimentari specifiche per il pranzo e gli spuntini (fondamentale quella di evitare di eccedere con gli alcolici!), si ribadisce un principio sacrosanto da porre alla base del nostro benessere.

Idratarsi correttamente è fondamentale! Che non significa bere otto bicchieri d’acqua al giorno, come molti erroneamente pensano ancor oggi! Al contrario, significa assumere alimenti sani e ricchi di liquidi come frutta e verdura. Reintegriamo i liquidi persi con l’attività sportiva bevendo un po’ di più, questo sì. Ma senza eccedere, nella migliore delle ipotesi non serve a nulla.

Corretta alimentazione e nordic walking: le conclusioni.

Pratichiamo la nostra amata disciplina, se possibile ogni giorno. Mangiamo bene, che non significa rinunciare ma gestire alimenti sani con gusto e fantasia. E ridiamo in compagnia: mangiare e praticare sport socializzando allungano la vita!